L’Aikido è un arte marziale di pace.

L’azione verte alla risoluzione pacifica di un conflitto controllato senza procurare lesioni ai compagni e, attraverso la pratica, a prendere fiducia in se stessi, togliere la paura, conoscere e rispettare l’altro, ricercare libertà di pensiero e movimento.

L’assunto filosofico presuppone che proprio nella paura stia il bisogno del ricorso alla violenza, sia di natura fisica, verbale o psicologica.

L’Aikido rifiutando l’ idea stessa di attacco insegna ad allontanare il desiderio di vittoria e prevaricazione, al contrario propone un cammino di mutua crescita, siamo uniti a chi ci segue e a chi ci precede e, in qualche modo, il nostro avanzamento dipende da questo legame figurato.

Nella nostra associazione non ci sono cattedre, ma ognuno è chiamato alla responsabilità nei confronti degli altri e col proprio impegno ad onorare il tappeto su cui ci alleniamo.

Il lavoro converge su aspetti chi paiono antitetici: la forza nel rilassamento, la tranquillità nella difficoltà, il respiro nell’affanno, l’eleganza nella fatica... La pratica intensa, lo studio del movimento, la ricerca della giusta energia, lo scambio reciproco, ci consentono ogni volta di lasciare la palestra con corpo e testa alleggeriti da pensieri e preoccupazioni.

Ukiyo, “mondo fluttuante”, individua, per noi, la leggerezza di questa nostra arte quasi sospesa nel vuoto, inutile in quanto priva di scopo, di fatto inapplicabile fuori dal dojo, ma proprio per questo così vicina ad una idea di irripetibile momento slegato dagli affanni del quotidiano. Praticare significa ricercare se stessi, sbagliarsi, riprovare, affinare la percezione e fare esperienza, nel rispetto di chi, prima di noi, ha dedicato la sua vita alla ricerca della Via.